Eh sì, avete letto bene il titolo: il programma tv Little Big Italy è stato davvero l’input della mia lezione di italiano per stranieri! So che può sembrare un po’ bizzarro, ma questa attività è piaciuta moltissimo, ci ha divertiti e ha attivato una bella discussione sui gusti e le tradizioni culinarie di ciascun Paese di provenienza stimolando la produzione orale e spronando gli studenti (timidi inclusi!) a esprimersi più liberamente e a mettersi in gioco. Volete sapere come ho proposto l’attività? Seguitemi!
L’idea è nata qualche settimana fa, dopo aver visto una puntata di Little Big Italy: un programma televisivo presentato da un famoso chef che visita alcune città del mondo alla ricerca dei migliori ristoranti italiani all’estero consigliati dai tre concorrenti della puntata (tutti italiani ed emigrati).
La puntata in questione era ambientata a Toronto, la città di provenienza di una delle mie studentesse straniere, molto golosa e appassionata della nostra cucina. La mia studentessa, habitué dei ristoranti italiani in terra canadese, ha potuto apprezzare davvero la nostra cucina solo qui in Italia, dove ha assaporato piatti molto diversi da quelli proposti nella sua città. Dalla sua esperienza, raccontata da lei qualche lezione fa, è nata la lezione che vi illustro di seguito e che ho ideato appositamente per lei, proponendola ovviamente anche al resto della classe.
Ecco come ho organizzato la lezione seguendo, in parte, il principio della classe rovesciata.
Analisi dell’input
- Prima fase: Ogni studente ha ricevuto da me il link a una puntata di Little Big Italy dedicata alla loro città (o Paese) di provenienza con il compito di guardarla e di annotare alcune informazioni importanti (nomi dei protagonisti, nomi dei piatti consumati durante il pasto e relative opinioni dei commensali);
- Seconda fase: A lezione, ho chiesto a ogni studente di leggere le proprie annotazioni agli altri compagni. In seguito, la discussione si è concentrata sui dettagli relativi alla qualità dei piatti e alle differenze sostanziali tra le pietanze offerte dal ristorante all’estero e il piatto originale italiano;
- Terza fase: Dopo aver scritto insieme le differenze notate in ogni puntata (molte di queste simili tra loro, seppur appartenenti a Paesi diversi), siamo passati alla parte operativa della nostra lezione
Produzione dell’output
- Prima fase: Ho chiesto agli studenti di improvvisarsi imprenditori e di scrivere un menù per il loro ristorante di cucina tipica situato in Italia. Ogni studente ha fatto una lista dei piatti tipici del proprio Paese di provenienza definendo gli ingredienti utili per la preparazione della ricetta e alcuni aspetti indispensabili per la buona riuscita del piatto;
- Seconda fase: Ho chiesto a ogni studente di scrivere le eventuali modifiche che avrebbero proposto nel nostro Paese riflettendo sui gusti degli italiani e sulle loro abitudini alimentari;
- Terza fase: Ho assegnato alla classe il compito di scrivere insieme il menù di un ristorante multiculturale. Per ogni piatto sono stati definiti gli ingredienti e il grado di probabile successo della pietanza in territorio italiano oltre ad alcune particolarità legate agli usi e agli aspetti culturali (ad esempio: se si lascia la mancia e a quanto ammonta, in che modo si richiama l’attenzione del cameriere, buone maniere: una lista, insomma, di aspetti culturali diversi tra loro ma di comune accettabilità);
- Quarta fase: Gli studenti hanno disegnato insieme il menù e il logo del loro locale definendo anche gli spazi (colori, arredamento) e tutte le informazioni utili lavorando su un supporto cartaceo oppure digitale.
Ho proposto questa attività in due / tre lezioni lavorando durante i mesi di didattica a distanza dovuta all’emergenza sanitaria con i miei studenti adolescenti e il risultato che ho ottenuto è stato davvero incredibile. In particolar modo, ho apprezzato il loro coinvolgimento e la volontà che ognuno di loro ha messo nel voler comprendere la puntata a loro assegnata ritrovando in essa il proprio Paese e anche il nostro: un compito di comprensione orale che li ha divertiti e toccati da vicino stimolando in loro la voglia di rendere partecipi (e con orgoglio!) anche i loro compagni.
Oltre al loro coinvolgimento, ho notato una forte attenzione ai dettagli che è emersa quando ho chiesto a ciascuno di anticipare i cambiamenti necessari al menù per garantirne il successo nel nostro Paese: un momento di produzione orale che li ha avvicinanti al confronto mettendo in campo le loro conoscenze sul nostro Paese e sul nostro modo di vivere e di intendere l’alimentazione, il gusto e la convivialità.
Sinceramente, credo proprio che riprodurrò questa attività anche in presenza e coinvolgendo anche alcuni coetanei italiani per ampliare la discussione sugli usi di ogni Paese di provenienza e riflettere insieme sulle analogie e le differenze di ciascuna cucina e cultura… Non vedo l’ora di provarci e di raccontarvi come è andata!
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