Benvenuti nella vostra nuova classe di italiano per stranieri. Seduti ai loro banchi potete vedere: Joao, portoghese, neo iscritto al corso e appena giunto nel nostro Paese; Pablo, spagnolo, frequentante da sei mesi ma in Italia da un anno; Jacques, belga, iscritto al corso da un anno ma poco costante nella frequenza; Paul, britannico, appena iscritto al corso e giunto in Italia da una settimana per lavoro e, in ultimo, Luo, studente cinese iscritto all’Università per un progetto di scambio interculturale…
Alzi la mano a chi è capitato di trovare davanti a sé una classe multiculturale e multilivello… E la tenga alzata chi ha provato sconforto!
Considerando che il panorama sopra descritto accomuna moltissimi insegnanti, ho pensato di raccogliere qui alcuni consigli utili (e soprattutto pratici!) che ho usato, e tuttora uso, nelle mie classi sperando che la mia esperienza personale possa tornarvi utile!
DEFINIAMO IL LIVELLO DI PARTENZA
Vi ho già parlato dei test di ingresso in un altro articolo (se lo avete perso, potete leggerlo qui!), quindi sapete già quanto sia importante conoscere il livello di partenza di ogni allievo. Eppure, sarebbe impensabile pensare che il test che abbiamo somministrato ai nostri studenti sia sufficiente per comprendere appieno le competenze dei nostri alunni.
In fondo, pensateci: quante volte uno studente che ha svolto male una prova di produzione scritta dimostra di sapersi esprimere correttamente nel parlato perché magari ha un parente o un amico italiano con cui parla o ha una passione per la musica o la cucina italiana che lo porta nel tempo libero ad ascoltare canzoni o a consultare ricette? Non tutta la conoscenza linguistica può essere testata in classe.
DIFFERENZIAMO, MA NON TROPPO
Ancora ricordo, nei miei primi anni di insegnamento, tutto il lavoro di progettazione didattica che facevo ogni giorno, week end compresi, fino a tarda notte. Avevo una classe eterogenea e passavo il tempo a creare lezioni e attività didattiche diverse che non lasciassero indietro nessuno: non volevo certo che i miei studenti più bravi si annoiassero facendo attività troppo semplici, né che i miei studenti meno bravi si demoralizzassero svolgendo attività troppo complesse per loro.
Un giorno, davanti all’ennesima pila di materiali scritti e pronti da consegnare in classe, mi sono chiesta: “Ma se l’obiettivo è portare la classe a un unico livello di competenza linguistica, perché continuo a differenziare così tanto il lavoro che devono svolgere?”. Da allora, ho iniziato a creare le mie lezioni usando un unico input (una canzone, un video, una lettura o un ascolto) declinandolo in diversi obiettivi da raggiungere, meglio ancora se collegati tra loro in modo che poi i gruppi potessero collaborare. Questo modo di lavorare è stato vincente!
DIVIDIAMOLI IN GRUPPI
Proprio in virtù delle diverse competenze linguistiche dimostrate (e non) dai nostri studenti, è utile provare a dividerli spesso in gruppi scegliendo criteri diversi a seconda dell’attività didattica che volete proporre. Ad esempio, fornite alla vostra classe un input unico e dividete la vostra attività didattica in due momenti: in una prima parte, gli alunni con le stesse capacità linguistiche lavoreranno insieme in un unico gruppo per raggiungere un obiettivo comune; in una seconda parte, cambiate i componenti dei gruppi per far sì che accolgano studenti di livelli diversi che dovranno raggiungere insieme un unico obiettivo.
Vi ricordate il mio post sul futuro semplice? Un esempio concreto di attività per classi ad abilità differenziate potrebbe essere quello di mostrare una fotografia di un luogo di vacanza e chiedere al gruppo elementare di fare una lista delle cose utili da portare in valigia; al gruppo intermedio di cercare hotel e volo e al gruppo avanzato di fare un progetto di viaggio. Al termine dell’attività iniziale, formate nuovi gruppi e chiedete ai vostri studenti di raccontarvi come è andato il loro viaggio immaginario: dovranno raccontare almeno tre disavventure collegate alla valigia (gruppo elementare), al volo o all’hotel (gruppo intermedio) e alla pianificazione (gruppo avanzato).
Cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza?
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