
Ogni giorno ricevo, e leggo con piacere, molte e-mail in cui mi si chiedono consigli per diventare insegnanti di italiano per stranieri. Ritrovandomi molto in quelle domande e preoccupazioni, e ricordando il mio esordio come se fosse ieri, rispondo sempre con piacere a tutte le vostre e-mail.
Le domande e i dubbi che leggo sono tutti leciti e validi: alcuni sono dettati dalla paura, altri dall’insicurezza ma molti lasciano emergere convinzioni radicate che, forse, a questo punto, conviene davvero sfatare… E qualche occasione migliore per farlo in questo post?
“PER INSEGNARE ITALIANO L2 O LS BASTA ESSERE DI MADRELINGUA ITALIANA”
Risposta: Ovviamente, no. Però, se vi può consolare, è ovviamente utilissimo! Per insegnare italiano per stranieri non è sufficiente conoscere la lingua italiana così come per insegnare matematica, storia o scienze non è sufficiente possedere una laurea.
Durante le vostre lezioni in classe, infatti, non trasmetterete solo le regole grammaticali ma anche la cultura, la storia, gli elementi di linguistica e geografici del nostro Paese… Senza contare le strategie didattiche che dovrete mettere in campo per mantenere alta la motivazione dei vostri studenti e raggiungere ottimi risultati.
“I TITOLI NON SERVONO”
Risposta: I titoli, da soli, non servono. Così come l’esperienza, da sola, non serve. Acquisire un titolo è utile per assicurarsi di iniziare a costruirsi la giusta formazione per poter fare del nostro meglio in classe: formazione che poi dovrà essere sostenuta da letture, altri corsi di formazione, webinar, ricerche.
“NON SI VIVE DI SOLO INSEGNAMENTO”
Risposta: Anche questa convinzione, per fortuna, può e deve essere smentita! Molti insegnanti riescono a guadagnarsi da vivere insegnando italiano per stranieri, sia in contesti L2 che LS, e questa fortuna può davvero capitare a tutti. Per far sì che accada, dobbiamo cercare lavoro nei posti giusti: troviamo scuole di lingue che insegnino italiano on line o in presenza e che abbiano un buon giro di affari, aggiorniamo il nostro Curriculum e facciamo domanda di inserimento in organico. E, come ricordo sempre, non dimenticate di tenere occhi e orecchie aperti per offrire aiuto anche a chi ha bisogno di un insegnante privato, tutto per sé.
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