
Dopo essermi dedicata la scorsa settimana agli aspetti legati all’insegnamento della lingua italiana agli apprendenti cinesi, questa settimana mi dedicherò a quegli aspetti che è bene considerare quando si insegna italiano agli studenti giapponesi. Prima di lasciarci trasportare dalle questioni linguistiche, mi piacerebbe però dedicare qualche minuto a quelle didattiche. Pronti? Seguitemi!
Come anticipato, considerando la lontananza culturale che divide un madrelingua italiano da uno giapponese, è molto importante valutare con cura e attenzione le metodologie didattiche che vogliamo utilizzare in classe. Rispetto alle altre tipologie di apprendenti, infatti, gli studenti nipponici sono stati educati a una metodologia tradizionale e di tipo deduttivo applicando le regole grammaticali in esercizi di manipolazione e trasformazione: un metodo di insegnamento che nel nostro Paese non è più usato in modo esclusivo poiché abbinato ad approcci differenti e di tipo induttivo con una forte predilezione per il metodo comunicativo.
Come programmare le nostre lezioni? La prima cosa da tenere in considerazione quando abbiamo studenti nipponici in classe è dar loro il tempo necessario per poter prendere confidenza con la lingua italiana e con il nostro modo di fare lezione cercando di rispettare il loro silenzio durante le attività di conversazione e preferendo attività da svolgere a coppia o in piccoli gruppi, rispetto a quelle plenarie dove la timidezza può avere la meglio e rischiare di privarli della volontà e dell’entusiasmo di mettersi in gioco.
Veniamo ora agli aspetti linguistici…
Fonetica: Dal punto di vista fonetico, l’apprendente giapponese apprezzerà la linearità della pronuncia italiana che solitamente già conosce grazie a un forte interesse per la nostra cultura, molto amata nel suo Paese di provenienza. Rispetto all’italiano, la lingua giapponese è una lingua sillabica: un aspetto che può giocare a nostro favore in quanto potrà essere reimpiegato per avvicinare i nostri studenti nipponici alla lettura di un testo italiano soffermandosi sulle sillabe italiane con ritmo e ordine. Iniziate dai termini a loro noti per spiegare le regole di pronuncia, i digrammi e i trigrammi: sarà sicuramente più semplice e li aiuterà!
Articoli: Non essendo presenti gli articoli nella lingua giapponese, sarà utile dedicare ampio spazio a questo tema grammaticale durante le nostre lezioni. Prima di affrontare gli aspetti grammaticali, infatti, sarà bene presentare la funzione dei nostri articoli determinativi e indeterminativi fornendo esempi concreti e avviando la metacognizione a partire dall’apprendimento che i nostri studenti già posseggono (in particolare, il lessico e i verbi noti utili a facilitare la costruzioni di frasi semplici). Iniziate la spiegazione dai sostantivi che conoscono e spiegate le regole che determinano la scelta di un dato articolo.
Nomi: I sostantivi nella lingua giapponese, contrariamente a quelli italiani, non posseggono genere e numero ma bensì vengono modificati da specificazioni (particelle) che modificano il sostantivo che li segue. Lo stesso avviene per gli aggettivi. Per far comprendere loro i sostantivi e aggettivi italiani può essere utile spiegare ai nostri apprendenti nipponici il valore delle vocali finali facendo notare come nomi e aggettivi finiscano con le stesse vocali (a esclusione degli irregolari) e come questo possa aiutarli nella creazione di frasi semplici ma complete.
Verbi: Rispetto alla nostra struttura verbale, quella giapponese è priva di persona e numero e anche i tempi verbali sono nettamente più semplici rispetto a quelli italiani. I verbi esprimono solo il tempo presente e passato ed è frequente l’omissione di pronomi e soggetti. La ricchezza del sistema verbale italiano dovrà quindi essere affrontata con pazienza ed estrema chiarezza dedicando molto spazio agli aspetti teorici e pratici con esercizi di trasformazione e manipolazione e poi, solo in seguito, di produzione scritta e orale più libere. Il nostro sistema verbale è, per loro, un terreno inesplorato e linguisticamente lontano da ogni altro sistema linguistico a loro noto!
Sintassi: Fortunatamente, l’ordine dei costituenti nella lingua giapponese è lo stesso della nostra lingua (SVO) anche se è bene fare molta attenzione e ricordare che per un apprendente giapponese la struttura della frase sarà focalizzata sul tema della frase che può anche non coincidere con il soggetto grammaticale di una frase italiana.
Ovviamente l’analisi qui proposta è tutt’altro che esaustiva ma si propone solo come uno spunto, un materiale utile a tracciare una prima analisi linguistica contrastiva che spetterà a noi approfondire in classe con gli alunni: prime risorse e fonti di idee, spunti e miglioramenti. Approfittate della loro presenza per chieder loro di condividere difficoltà, dubbi e perplessità, coinvolgeteli nell’apprendimento e, soprattutto, imparate da loro! E voi quali difficoltà riscontrate più spesso durante la vostra quotidianità didattica con apprendenti di madrelingua giapponese?
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